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Cortometraggio Una notte da ricordare

un film dei e delle BEAUTY STORYTELLERS
regia MARCO ZUIN
una produzione ASSOCIAZIONE COMBINAZIONI

Primo premio come miglior cortometraggio al Concorso Nazionale Scuole di Sottodiciotto Film Festival 2023 (Torino)

durata: 14’48”
Italia, 2023
genere: commedia
aspect ratio: 16/9
formato di proiezione: DCP
suono: stereo
linguaggio: italiano

Questo film è stato realizzato nell'ambito del progetto "Beauty storytellers - Se si insegnasse la bellezza" con l'obiettivo di coinvolgere studenti e studentesse dalle primarie alle secondarie e stimolare in loro lo sguardo e l'immaginazione per farli diventare narratori di bellezza: bellezza dei luoghi, delle persone, delle relazioni.

L'iniziativa è stata realizzata nell'ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promossa dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell'Istruzione e del Merito.

Info sul progetto Beauty Storytellers

SCARICA IL PRESSBOOK IN FORMATO PDF

con le note di regia, le note di produzione e le interviste agli studenti protagonisti

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Sinossi

Giovanni e Caterina, amici di lunga data, si trovano in una notte carica di eventi inaspettati.
Lui, dal carattere riservato e pretenzioso, si è tenuto lontano per una settimana, lasciando lei inquieta e desiderosa di chiarire un bacio avvenuto tra di loro la settimana precedente. Decidono di incontrarsi al solito posto, un antico cimitero in collina, per parlare.

Tuttavia, il destino ha in serbo per loro più di una sorpresa. Giovanni si presenta insieme a Francisco, un giovane festaiolo colombiano in viaggio di studio al suo ultimo giorno in Italia. Caterina è allibita e delusa, ma le sorprese non finiscono qui. Nell'oscurità del vecchio camposanto, tra botti e una densa nuvola di polvere, appare improvvisamente un coetaneo di nome Gregorio, in abiti da garibaldino dell'Ottocento!

Questo misterioso giovane, giunto dal passato, sarà guidato dai suoi nuovi amici nel mondo del 2023, sperimentando le stranezze e le sfide di questo presente. Durante una notte intera tra cimiteri abbandonati, una festa in discoteca, sapori esotici e musica a tutto volume, il gruppo si ritroverà all'alba immerso in un bosco incantato. In questa magica atmosfera, l'amicizia tra i quattro si consolida.

Attraverso l'incontro tra passato e presente, scopriranno che la bellezza si nasconde nelle persone intorno a loro e nelle relazioni che costruiscono. Scopriranno che la bellezza risiede nei luoghi in cui vivono, ma anche nei ricordi che costruiranno. In questa notte da ricordare, impareranno che la ricerca della bellezza è un viaggio dentro se stessi e verso il mondo che li circonda.

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Crediti cortometraggio

regia MARCO ZUIN

con MADDALENA CANDOSIN, LEONARDO FUSER, NELSON FERNANDO MARTA, ALBERTO OLINTEO

soggetto e sceneggiatura CESARE MENEGON, GIORGIA PESCE, DARIO SIMIONI

fotografia LORENZO PEZZANO

direttore di produzione ERMES POZZOBON

aiuto regia DIEGO BALDO, GIULIA FORASSIEPI, JACOPO PIGOZZI

segretaria di edizione SOFIA VENDRAMIN

montaggio MARCO ZUIN

assistenti al montaggio DIEGO BALDO, JACOPO PIGOZZI

costumi e scenografia MARIANNA FAVERO

suono in presa diretta MARCO ZAMBRANO

make up artist & hair SARA NEXHIPI

aiuto costumi e scenografie EMMA BASSO, ANGELICA BRESOLIN, GIULIA CALZAVARA, DAVIDE COSSALTER, ANNA POZZOBON, GIULIA QUOCCI, MARTINA TORRESAN

sound design SOUNDRIVEMOTION

colorist ALICE LORENZON

animazioni DANIEL MACULAN - CHD ANIMATION

organizzazione CATERINA PERALI

assistente di produzione MAVI CALCINOTTO

focus puller NICOLAS DE LUIGI

aiuto operatore GIOELE GATTO

assistenti alla fotografia SARA MARIA CASAGRANDE, SAMUELE DE VITA, LORENZO MOCELLIN

capo elettricista PAOLO CENTONI

aiuto elettricista ETTORE VAIRO

assistenti elettricisti SAMUEL KOFI ADDAI, FILIPPIDE BELTRAME

comparse KEVIN ASOLAN, CHIARALISA BALLON, AURORA BARBISAN, MARTINA BITTANTE, CHIARA DA SILVA, GIUSY DE ANGELIS, GIORGIA DE CESARO, MARTINA FERRARO, VITTORIA MARIA GALLINA, MARIA KAPUSTINA, LORENZA MARIA MAGOGA, RACHELE SANTOS PACHECO, DANIEL POMPEO, ELISABETTA SIMEONI, FRANCESCA SIMEONI, MATTEO ALBERTIN

auto di scena ALBERTO VETTORETTI

videomaking e video-reportage MARTINA BITTANTE, CHIARA DA SILVA, PAOLO DEZZA, EMANUELE MONEGO, MAURO POZZEBON, GIONATAN SPEDICATO, JINGYUE ZHANG, WEI LI ZHOU

poster EMANUELE MONEGO

montaggio backstage MARTINA BITTANTE, PAOLO DEZZA, GIOELE GATTO, EMANUELE MONEGO, ROSAMARIA PREVITI

comunicazione CHIARA FEDATO, CHIARA SEMENZIN

una produzione ASSOCIAZIONE COMBINAZIONI

in associazione con CINEMA ITALIA EDEN, CINEFORUM GAGLIARDI

con il coinvolgimento degli istituti scolastici Liceo Statale “Veronese” di Montebelluna, Istituto Superiore “Einaudi-Scarpa” di Montebelluna, Istituto Superiore “Levi” di Montebelluna, Istituto Superiore “Sartor” di Castelfranco Veneto, Istituto Professionale “Maffioli” di Castelfranco Veneto, Istituto Comprensivo Montebelluna 1 “Montalcini”, Istituto Comprensivo Montebelluna 2, Istituto Comprensivo Pederobba, Istituto Comprensivo Trevignano “Falcone-Borsellino”, Istituto Comprensivo Volpago del Montello

con il partenariato di Città di Montebelluna, Comune di Trevignano, Comune di Volpago del Montello, Comune di Crocetta del Montello, Fondazione Sportsystem, Piattaforma Lago - Lago Film Fest, Fondazione Francesco Fabbri

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Note di regia, Marco Zuin

Qual è il significato dell'incontro tra Giovanni, Caterina, Francisco e Gregorio nel cortometraggio?

“Una notte da ricordare” ci mostra in modo semplice e senza enfasi il bisogno della generazione Z di vivere esperienze insieme, senza preoccuparsi di soddisfare delle aspettative da parte degli adulti. L’atteggiamento aperto verso l'incontro, con un “intruso” nella coppia o un improbabile coetaneo proveniente dal passato, ci fa riflettere sul fatto che possono nascere legami speciali anche in una sola notte e che, nonostante la consapevolezza che le persone con cui ci leghiamo potrebbero andare via presto, ogni momento condiviso è prezioso. Questa apertura alla diversità consente ai protagonisti di scoprire la bellezza nelle relazioni umane, nonostante le sfide che possano presentarsi.

Quali sfide avete affrontato nella realizzazione di Una notte da ricordare? Come sei riuscito a gestire  la collaborazione di studenti e studentesse per assicurarti che la loro partecipazione avesse un impatto positivo sulla produzione del film?

Quando ci sediamo in sala per guardare un film, è naturale concentrarci sulle emozioni che suscita la storia, senza la necessità di pensare al processo di creazione che lo ha reso possibile. Come regista mi sento fiero del risultato, ma ancor di più lo sono per lo stimolante percorso che ha coinvolto gli studenti nel ruolo di ideatori, registi e attori. Il processo di preparazione è stato per me molto coinvolgente, immerso nel loro mondo di suggestioni e idee. Ho osservato la passione e l'entusiasmo con cui hanno affrontato ogni fase, dall'ideazione della storia alla scelta dei luoghi, dal casting alle decisioni artistiche fondamentali, liberi di esprimersi e di collaborare attivamente nel processo creativo. È stato gratificante vedere come le loro idee prendessero forma sullo schermo.

Quali sfide avete affrontato durante le riprese del cortometraggio? Quali lezioni speravi che gli studenti apprendessero da questa esperienza riguardo al lavoro di squadra, alla collaborazione attraverso il cinema?

Le riprese sono state una sfida: tre giorni tra cimiteri abbandonati, camera car e una discoteca, girando sia di giorno che di notte, sia in esterni, a rischio di pioggia, sia in interni. Ho visto i giovani attori immergersi completamente nei loro personaggi e li ho osservati con stupore mentre interagivano nel set con Alberto Olinteo, attore professionista, ovvero il garibaldino, con ammirazione e curiosità.
Realizzare questo corto è stata una lezione di fiducia nelle loro potenzialità. La bellezza del progetto ha superato le aspettative e sono convinto che il legame che si è creato durante il percorso di produzione rimarrà nel tempo.
Spero che, attraverso questa "notte da ricordare", gli studenti abbiano compreso il valore del lavoro di squadra e della collaborazione, abilità indispensabili in classe e per il loro futuro, ma anche la capacità di esprimersi attraverso l'arte del cinema, che è un’esperienza collettiva!

A quale genere potrebbe appartenere il cortometraggio e quali elementi specifici contribuiscono a questa definizione?

“Una notte da ricordare” è una combinazione di vari elementi: lo potremmo definire una “commedia fantastica” con un tocco romantico legato alla storia di Giovanni e Caterina e ai loro sentimenti. Allo stesso tempo, l'inclusione di un personaggio misterioso proveniente dal passato e l'avventura nel mondo contemporaneo aggiungono un tocco di fantasia e magia alla trama. La storia si concentra sull'amicizia e sulle scoperte personali attraverso la condivisione del tempo, delle relazioni e dell'esperienza della vita.

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Interviste alle studentesse e agli studenti del reparto sceneggiatura

Quali sono state le fonti d'ispirazione e gli elementi narrativi chiave che avete considerato durante il processo di scrittura del cortometraggio? In che modo avete lavorato per trasformarli in una storia coinvolgente e significativa per il pubblico?

L’idea della storia è venuta già al primo incontro di preparazione alle masterclass. In quell’incontro gli studenti partecipanti alle masterclass sono stati divisi in gruppi e in ognuno era presente almeno uno studente di sceneggiatura; a ogni gruppo è stato dato il compito di ideare una storia sulla bellezza. Abbiamo deciso di partire da informazioni che ci sono state date sull’ex-cimitero di Montebelluna per creare la prima idea della storia poi presente nel cortometraggio. L’idea, dunque, è stata ispirata dal racconto di CombinAzioni sul vecchio cimitero e sulle persone che sono sepolte in quel luogo. Gli elementi chiave che abbiamo sviluppato maggiormente hanno riguardato la parte storica del personaggio esterno che abbiamo inserito nel gruppo di amici e il modo in cui i vari personaggi interagiscono tra loro, nonché le loro reazioni in base alla situazione e al loro carattere.

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Interviste alle studentesse e agli studenti del reparto regia

Come avete gestito le decisioni creative durante la realizzazione del cortometraggio?

Abbiamo scelto assieme. Le decisioni creative venivano discusse in primo luogo tra noi aiuto registi, che parlavamo delle nostre idee, per poi confrontarci con il regista Marco, avere il suo parere e prendere decisioni definitive: per esempio nella scelta delle inquadrature disegnavamo su una lavagna come ci immaginavamo le scene così che fosse più facile visualizzare le nostre idee. Successivamente le abbiamo mostrate a Marco.

Quali criteri e strategie avete adottato nella selezione del cast per il cortometraggio, e come avete garantito che gli attori scelti fossero adeguati per i rispettivi ruoli, contribuendo a rendere la storia più autentica ed emozionante per il pubblico?

Durante i casting ci siamo riuniti prima con gli attori per spiegare il personaggio che avrebbero dovuto interpretare dal punto di vista caratteriale, cosicché potessero capirne meglio le dinamiche. Successivamente abbiamo chiesto loro di recitare una particolare scena, prima singolarmente, poi creando coppie o gruppi, per vedere come interagivano e che tipo di intesa potevano avere tra di loro. Parte dei casting è stata ripresa, cosicché noi registi potessimo riguardare le interpretazioni dei ragazzi con Marco Zuin e vedere come reagivano alla camera e come si presentavano sullo schermo. Inoltre durante la giornata abbiamo anche avuto modo di conoscere gli attori e quindi abbiamo considerato anche come potessero rendere sul set.

Nel cortometraggio è presente il brano Spensieratezza degli Psicologi. Perché l’avete scelto? E come avete contattato e ottenuto l'autorizzazione degli autori per utilizzare una loro canzone?

Prima di tutto abbiamo cercato singolarmente delle canzoni che secondo noi potevano rappresentare la nostra generazione e trasmettere il senso di libertà di cui il corto aveva bisogno, e dopo una lunga ricerca siamo arrivati alla conclusione che “Spensieratezza” degli Psicologi era la più adatta. Dopo aver scelto la canzone abbiamo contattato il gruppo tramite social e con una mail alla casa discografica. Nel messaggio abbiamo spiegato perché la presenza di questa canzone nel corto fosse così importante per noi e per il messaggio che volevamo trasmettere. Questa canzone è ormai diventata la colonna sonora del nostro ricordo di quest'esperienza incredibile e appena la sentiamo torniamo a quelle fredde e magiche serate di maggio.

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Interviste alle studentesse attrici e agli studenti attori

Qual è stata la vostra preparazione e approccio per entrare nei panni dei vostri personaggi? Quali sono state le sfide più significative che avete affrontato nell'interpretare i vostri personaggi e come avete lavorato con il regista e gli altri membri del cast per trasmettere al meglio le emozioni e i messaggi della storia? 

Per quanto riguarda la preparazione e l’approccio per entrare nei panni del personaggio, all’inizio c’è stato uno studio completo e approfondito della sceneggiatura del cortometraggio. Abbiamo provato e riprovato le scene con gli attori, per capire le dinamiche. Una delle sfide più significative è stato l’uso della voce: capire come usarla, con quale tonalità, ma anche le emozioni e le espressioni facciali nelle varie scene è stato tra le cose più difficili.

Le relazioni con il cast e con il regista sono state bellissime: siamo stati sempre gentili l’uno con l’altro e si sono anche instaurate amicizie tra registi e sceneggiatori, membri del reparto costumi ed elettricisti. C’è stato uno sviluppo delle relazioni sempre e solo positivo: grazie a questo e alle indicazioni del regista e degli studenti di sceneggiatura siamo riusciti a trasmettere le emozioni e i messaggi della storia che lo script richiedeva e che erano voluti da chi ha ideato la storia.

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Interviste alle studentesse e agli studenti del reparto fotografia

Qual è stato il vostro ruolo di collaboratori del reparto di fotografia e in che modo avete contribuito a interpretare le scelte artistiche della regia e creare l'atmosfera visiva adeguata alla storia del cortometraggio? Descrivete cosa avete imparato e come avete collaborato con il direttore della fotografia e il resto della troupe per trasmettere la giusta sensazione emotiva attraverso l'uso della luce, delle inquadrature e dei colori.

Durante la nostra esperienza come collaboratori nel reparto di fotografia, nei giorni di riprese invece abbiamo affiancato il direttore della fotografia e il focus puller nelle riprese del cortometraggio, aiutandoli prima a preparare il necessario per le riprese e poi a portarle a termine nel migliore dei modi. Abbiamo avuto modo di dialogare e apprendere nozioni sulla fotografia e sulla loro professione, imparando come è generalmente strutturato un set e quali sono i ruoli nel reparto fotografia dei set cinematografici.

Abbiamo avuto l'opportunità di apprendere l'utilizzo di varie attrezzature cinematografiche professionali e di gestire sia le luci naturali che quelle elettriche. Inoltre, abbiamo acquisito competenze nel trasporto del set con tutte le attrezzature necessarie e nell'affrontare diverse sfide legate all'inquadratura. Abbiamo imparato a utilizzare varie tipologie di batterie per monitor e cinepresa, oltre ad apprendere l’utilizzo del ciak e come funziona la fuoco.

Durante il processo di realizzazione del cortometraggio, abbiamo avuto l'opportunità di lavorare a stretto contatto con il direttore della fotografia e il resto della troupe. Insieme, abbiamo collaborato per creare l'atmosfera visiva adeguata alla storia del cortometraggio, sfruttando la luce, le inquadrature e i colori per trasmettere la giusta sensazione emotiva al pubblico. Questa esperienza ci ha permesso di crescere professionalmente e di ampliare le nostre competenze nel campo cinematografico.

Abbiamo inoltre imparato ad adattarci ad alcuni imprevisti e a risolvere imprevisti con ciò che avevamo a disposizione. Questa esperienza è stata molto originale e fuori dal comune, ci ha permesso di vedere dal vivo come è strutturato un set e di conoscere varie persone sia ragazzi di altre scuole che professionisti esperti e appassionati.

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Interviste alle studentesse e agli studenti del reparto costumi e scenografia

Come avete affrontato il processo creativo di selezione dei costumi per i personaggi del cortometraggio? In che modo avete lavorato con il regista e gli attori per garantire la visione artistica complessiva? Come i costumi hanno contribuito a delineare la personalità e la storia dei personaggi in modo efficace?

Il processo produttivo di un cortometraggio è stata una novità per tutti. Creare un look per ogni personaggio sembra una banalità ma da quando ci siamo messi all’opera sono subito uscite problematiche che appena iniziato il progetto non sembravano esistere. La selezione dei costumi per i protagonisti del cortometraggio infatti è stata una delle decisioni più lunghe e studiate: dovevamo cercare di rispecchiare il carattere del personaggio anche nel suo modo di vestire.

Inizialmente ci siamo confrontati tra noi ma anche con la regia e con gli attori per condividere come ognuno di noi si immaginava i personaggi. Fin dal primo incontro che abbiamo avuto con Marianna Favero, la costumista di riferimento del cortometraggio, abbiamo iniziato ad abbozzare un’idea sul modo con cui vestire gli attori basandoci su ciò che era stato scritto nella sceneggiatura. Una volta scelta una base di riferimento dalla quale partire abbiamo portato da casa i vestiti necessari e il secondo giorno di riprese abbiamo fatto le prove generali per poi scegliere i costumi definitivi.

I costumi sono stati scelti da tutti i partecipanti al cortometraggio così da capire cosa cambiare e cosa lasciare. Non è stato semplice, in quanto alcuni oggetti potevano creare disagi: ad esempio le chiavi che avevamo pensato di mettere sulla cinta di Giovanni erano troppo rumorose quindi le abbiamo rimosse, o ancora gli occhiali da sole di Francisco dovevano essere messi ad una certa altezza altrimenti nel riflesso si sarebbero viste le telecamere e le luci.

Tramite il modo in cui erano vestiti gli attori si riusciva ad intuire come fosse il carattere del personaggio di ognuno. Uno dei costumi che ha richiesto particolare attenzione era quello di Gregorio, ovvero il garibaldino: doveva dare nell’occhio il fatto che fosse un personaggio del passato quindi abbiamo dovuto invecchiare i vestiti impolverandoli e stropicciandoli con le mani e il calore per marcare meglio le pieghe.

Alla fine, solo dando uno sguardo al personaggio riuscivamo a identificare personalità e carattere grazie ai colori usati, all’importanza degli accessori… Insomma grazie ai piccoli dettagli abbiamo donato una vita e una personalità accattivante ad ogni personaggio.

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Note di produzione, associazione CombinAzioni

Come è nato il progetto con le scuole? Come si è arrivati alla realizzazione del cortometraggio? Qual è stata l'ispirazione o l'idea iniziale che ha portato alla decisione di coinvolgere gli studenti in questo percorso creativo?

Beauty Storytellers nasce nel contesto di CombinAzioni festival, iniziativa che da anni porta a Montebelluna e dintorni artisti e ospiti da tutta Italia e crea inneschi culturali. Da qualche tempo, insieme con il Cinema Italia Eden e il Cineforum Gagliardi, stavamo pensando a nuove modalità per coinvolgere maggiormente le scuole nel progetto, gli studenti in particolare; il bando di Cinema e Immagini per la Scuola è stato pubblicato proprio in questo momento e sembrava andare incontro ai nostri desideri. Da qui, dalle idee e dalle relazioni sviluppatesi dal festival, ha preso vita il progetto, che è stato un percorso formativo e pratico nell'audiovisivo rivolto a tutte le 10 scuole statali primarie e secondarie del territorio in cui è attivo il festival. Un percorso che ha visto proiezioni di film, lezioni sul linguaggio audiovisivo, laboratori e masterclass di cinema, che ha avuto come esito il cortometraggio "Una notte da ricordare”.

Nel dettaglio, alle classi scuole superiori abbiamo proposto proiezioni, incontri con autori e docenze per formare un pubblico consapevole alla fruizione cinematografica; in seguito, 90 studenti si sono candidati volontariamente per sperimentare masterclass di alta formazione, scegliendo tra sceneggiatura, regia, recitazione, costumi e scenografia, fotografia e riprese, reparto elettrico, montaggio e postproduzione, videomaking e videoreportage; in ogni masterclass si sono poste le basi per la realizzazione del film. 30 ragazze e ragazzi, tra i più coinvolti, hanno poi scelto di proseguire in un laboratorio di produzione audiovisiva, in cui ogni reparto ha approfondito i vari fasi che portano a un film, prima singolarmente poi tutti insieme in una settimana di PCTO in cui hanno vissuto l’esperienza di un set cinematografico, affiancati a una troupe di professionisti.

Per le scuole primarie c’è stata una fase iniziale di educazione alla visione di cortometraggi a cui sono seguiti laboratori per realizzare brevi video di animazione con tecnica di stop-motion. Le scuole secondarie di 1° grado, a indirizzo musicale, hanno visto infine un percorso integrato tra proiezioni, lezioni sul legame tra musica e cinema e laboratori di produzione musicale.

Il cortometraggio finale è stato quindi scritto, diretto e interpretato da studenti di scuole secondarie di secondo grado in un percorso di circa 90 ore. La colonna sonora è stata composta ed eseguita da studenti delle scuole secondarie di primo grado, mentre le animazioni della sigla e dei titoli di testa e di coda prendono ispirazione da quelle realizzate da studenti delle scuole primarie. Beauty Storytellers è stato una progettualità comune in cui ragazze e ragazzi di età diverse hanno interagito tra loro in maniera coerente nell’ambito di un’unica opera audiovisiva.

L’idea di destinare tutto questo percorso agli studenti è emersa dall’ambizione di creare un progetto duraturo nel tempo, in cui i più giovani possano sperimentare possibilità creative ed espressive altrimenti precluse in un territorio di provincia. Crediamo che Beauty Storytellers sia anche la dimostrazione dei significati che un festival può avere per una comunità: non si tratta solo di un insieme di eventi in pochi giorni, ma è un progetto che a tutti gli effetti crea legami, stimoli e iniziative durante tutto l’anno, come un ponte tra un’edizione e quella successiva. Infine, lavorare con gli studenti significa anche coinvolgere le generazioni più giovani in un festival che, nato nel 2015 da un gruppo di diciottenni, ora a quasi dieci anni di distanza sceglie di avere un focus anche per gli adolescenti di oggi.

Come avete presentato e proposto il tema "Se si insegnasse bellezza" agli studenti per coinvolgerli nella realizzazione del cortometraggio? Quali erano gli obiettivi e le motivazioni dietro questa scelta tematica e come avete visto gli studenti rispondere e interagire con esso durante il processo di creazione del film?

Il tema del progetto, filo conduttore delle varie scelte artistiche, ha preso spunto dal tema dell’edizione 2022 di CombinAzioni festival, dedicato al valore civile della bellezza. La sfida è stata lanciare il messaggio che riconoscere, praticare, vivere la bellezza – dalle relazioni all’arte, dal paesaggio alla società – possa creare cittadini più consapevoli e quindi società più coese e democratiche. Agli studenti il tema è stato proposto per gradi, collegandolo anche con l’educazione civica. Fondamentali sono stati i film, tutti attinenti al tema, con cui bambini e ragazzi hanno potuto vivere esperienze in cui la bellezza si fa comunità e toccare con mano il tema.

Per la realizzazione del cortometraggio abbiamo dato qualche stimolo iniziale, segnalando alcuni esempi di storie a livello locale legate alla valorizzazione del patrimonio culturale e all’inclusione sociale, in cui la bellezza diventa invito a riscoprire il nostro modo di essere cittadini, di interagire con gli altri e con i luoghi che abitiamo. Più che dare spunti, poi abbiamo chiesto e ascoltato: abbiamo stimolato gli adolescenti a chiedersi cosa fosse per loro la bellezza, dove la trovassero, che ruolo ha nelle loro vite e nella società.

Ed è stato sorprendente veder nascere la sceneggiatura da queste domande, e ancor di più ascoltare gli studenti mentre si confrontavano. Tutto fin da subito ha avuto al centro la bellezza delle relazioni umane, la riscoperta di una gentilezza a quanto parte perduta nella giovane età, ma anche la voglia di tornare a stupirsi e a meravigliarsi di cose belle dopo anni segnati profondamente dalla pandemia.

Ma la bellezza non è rimasta una parola, si è fatta pratica e atto concreto. Con Beauty Storytellers abbiamo avuto la percezione vivissima di aver dato l'opportunità a studenti di età e scuole diverse non solo di apprendere competenze in ambito cinematografico, ma anche di entrare in contatto tra loro, conoscersi, costruire relazioni e realizzarsi nel perseguire un obiettivo comune (ovvero il cortometraggio), un sogno per molti di loro. E in questo modo anche di diventare protagonisti del proprio presente, guardando al futuro insieme, come gruppo, comunità, generazione. È stato emozionante vederli collaborare e veder nascere amicizie. E quello stupore e quella meraviglia di cui tanto andavano in cerca gli studenti poi è diventato anche nostro nel vederli sempre più protagonisti del progetto, del tema, del film.

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Clicca sotto per guardare il video di backstage delle riprese del cortometraggio, realizzato dagli studenti delle scuole secondarie di secondo grado

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