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Che fine ha fatto il futuro?
«Dobbiamo creare un ambiente in cui chiunque abbia capacità di sperare e sognare o immaginare un futuro ha diritto di accesso»
Nonostante il duro colpo provocato dalla pandemia, il 2020 vede la sesta edizione di CombinAzioni Festival: dopo il periodo di distanziamento fisico, emerge forte il bisogno di tornare a condividere esperienze collettive. Con guanti e mascherina, il festival c'è quindi anche quest’anno, per sostenere gli artisti, per creare comunità e per farne vivere i luoghi e le persone. E ha lo sguardo rivolto al futuro, parola chiave che collega come un filo rosso i vari appuntamenti in programma.
Scopri il programma“Futuro” è una parola ambivalente: per secoli infatti ha portato con sé non solo speranze e orizzonti luminosi, ma anche i timori e le incertezze proprie di ogni epoca.Il tempo che stiamo vivendo non fanno eccezione: sono crollati i punti di riferimento, mancano visioni, non si costruiscono più prospettive a lungo termine. Il futuro sembra quasi essere sparito. L’arrivo della pandemia ha stravolto le nostre abitudini e sta costringendo tutti noi a ripensare in maniera radicale il futuro. Un futuro diverso, possibilmente migliore, un futuro da creare invece che da subire, che sia qualcosa di più della semplice ambizione di non peggiorare o perdere ciò che già abbiamo.
CombinAzioni vuole quindi trasformare il festival 2020 in un momento in cui coltivare e condividere nuove immagini di futuro, per interrogarsi con speranza e consapevolezza sull’avvenire. Era un’urgenza farlo già in passato; lo è ora più che mai, dopo il trauma del coronavirus.
Dal 18 al 27 settembre, con il consueto approccio trasversale, il Festival metterà a confronto voci appassionate e linguaggi diversi: dalla danza al teatro, dalla musica al cinema, con l’augurio di stimolare la comunità a immaginare, oggi, un nuovo domani.
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