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Un cimitero da vivere
CombinAzioni pone particolare attenzione ai luoghi in disuso nel territorio e agli spazi urbani di transito, trasformandoli in palcoscenici itineranti di eventi culturali. Tra questi, si distingue in particolare l'azione di rigenerazione culturale dell'ex-cimitero di Santa Maria in Colle di Montebelluna, iniziata attraverso concerti all'alba e che prosegue grazie al progetto "Un cimitero da vivere" finanziato nel 2020 dall'Agenzia Nazionale Giovani con il programma UE European Solidarity Corps.

Premessa
Dal 2017 CombinAzioni festival pone particolare attenzione agli “spazi indecisi” del territorio, ovvero luoghi in attesa di una nuova identità. In quell’anno è stata allestita all’interno di due negozi sfitti una mostra di fotografie e racconti, dal titolo Lost. La Montebelluna in disuso, che con una prima mappatura del territorio comunale invitava i visitatori a interagire e sviluppare idee per un futuro riuso degli spazi presentati. In tale occasione, i giovani dell’Associazione CombinAzioni hanno maturato l’idea di concentrarsi su uno di questi luoghi: il vecchio cimitero di Santa Maria in Colle.
Costruito nel primo ‘800 accanto alla Chiesa di Santa Maria in Colle e inserito nel contesto spirituale, storico e paesaggistico più bello e più caro alla memoria di Montebelluna, l’ex-camposanto si estende per oltre 9.000 mq e si caratterizza per la splendida posizione collinare, oltreché per la presenza di lapidi in marmo che raccontano con un linguaggio d’altri tempi storie di vita passata snodatesi tra ‘800 e ‘900. Epitaffi, memorie, dediche e rime ricordano l’opera di illustri cittadini, ingegneri, sacerdoti, insegnanti, impresari, patrioti e ancora commercianti, soldati caduti in guerra, giovani donne morte di parto e fanciulli colpiti da malattie in tenera età.
Il progetto del 2005-2006
Dopo la chiusura nel 1930, decenni di incuria hanno portato il vecchio cimitero al totale degrado, finché nel 2005 il Comune di Montebelluna, proprietario dell’area, ha avviato un progetto di riqualificazione e riuso – affidato all’arch. Fiorenzo Bernardi – che ha consentito di restaurare il portale, la scalinata di accesso e la cella mortuaria, e di realizzare i lavori di raccolta e rallentamento delle acque pluviali mediante trincee drenanti in corrispondenza dei vialetti originariamente presenti nell’ex-cimitero, che ne definivano i settori. Si riportano di seguito alcune significative considerazioni citate nel progetto.
“La stratificazione storica nel sito di Santa Maria in Colle suggerisce l’idea che l’ex-cimitero possa avere una sua specifica funzione all’interno del sistema del verde pubblico cittadino che va dal Parco Manin al percorso naturalistico di Via dei Stech, quale “Parco della Memoria”, collocando a muro, nella zona fra l’ingresso e la cella mortuaria, le ancora numerose lapidi fra le più significative e i frammenti superstiti. Le iscrizioni e le epigrafi dedicatorie, un tempo abituali nelle lapidi funerarie (prassi ora del tutto scomparsa), possono diventare una sorta di antologia di “Spoon River”, che lascia intuire lacerti di vite di montebellunesi ora dimenticati, ma che contribuirono, per oltre un secolo, alla storia e allo sviluppo della città.
Notevole è la qualità artistico-artigianale di molti reperti lapidei, dove la struttura architettonica del manufatto funebre si compone con elementi scultorei di raffinata fattura ed eleganza, rappresentativa di stilemi artistici ormai desueti che imporrebbero la loro salvaguardia. La cella mortuaria, che già ospita all’esterno lapidi ed epigrafi dedicatorie a montebellunesi illustri, potrebbe comunque ospitare al suo interno i reperti o altre iscrizioni dedicatorie più interessante.
L’area a sud, adeguatamente attrezzata mediante arredi mobili, può contenere, nel periodo estivo, eventi culturali, concerti, mostre. L’area a nord della cella potrebbe comunque trovare una sua connotazione quale parco archeologico o semplicemente parco urbano.”
L’abbandono dal 2007 e il successivo riuso dal 2017
Nel progetto descritto erano previste anche la sistemazione della cinta muraria e la predisposizione a parco della memoria dell’area a monte e ad anfiteatro vegetale quella a sud, ma questi ultimi lavori sono stati interrotti per scarsità di fondi, e l’area è tornata così ad essere abbandonata.
Nel 2017, con l’intento di ridestare l’interesse per l’ex-cimitero a partire da piccole azioni, l’Associazione CombinAzioni vi ha organizzato, nell’ambito del festival, un concerto all’alba con il violoncellista Mario Brunello: le 200 persone accorse e l’attenzione dei media locali hanno sposato la proposta di utilizzare il vecchio cimitero per attività culturali. L’appuntamento è stato riproposto negli anni a venire con altri musicisti come Erica Boschiero (2018), Faber Antiqua (2019), Emanuele Via & Charlie T (2020) e Ginevra Di Marco (2021), contando sempre centinaia di persone di pubblico. Il percorso di riutilizzo semplice e dal basso del vecchio cimitero è stato segnalato nel 2017 dalla Fondazione Riusiamo l’Italia e ha contribuito a far ricevere a CombinAzioni nel 2018 il Marchio dell’Anno europeo del Patrimonio culturale dal Ministero della Cultura. Nel 2019 è stato inoltre oggetto di un portfolio fotografico nella rivista di architettura tecnologia e ambiente “Officina”, nel 2020 è stato citato nell’inserto Buone Notizie del quotidiano nazionale “Corriere della Sera” e nel 2021 Silvia Camisasca ne ha scritto sulle pagine del quotidiano internazionale “L’Osservatore Romano”.
Il parere della cittadinanza
Innescata la possibilità di tornare ad aprire lo spazio del vecchio cimitero, nel 2020 è stato lanciato un sondaggio online per capire il valore attribuito al sito dalla popolazione e l’interesse nel vederlo recuperato, raccogliendo anche idee di riutilizzo. Dai risultati, su un campione significativo di diverse centinaia di persone, emerge che l’83% dei partecipanti ha attribuito il massimo valore all’ex-cimitero ed il 97% è d’accordo nel vedere rigenerato il luogo. Inoltre, il 44% dei partecipanti ha lasciato, in maniera facoltativa, spunti o idee per il futuro dell’area. Tra i bisogni emersi, vale la pena menzionare quello di recuperare quest’area, caratterizzata da degrado fisico (crolli del muro di cinta), ambientale (buche nel terreno, vegetazione incolta) e sociale (attività vandaliche, scritte imbrattanti e presenza di rifiuti), e quello di avere a disposizione un luogo aperto, a misura d’uomo e legato alle memorie del territorio, che possa diventare parco urbano e spazio per progettualità culturali.
Il progetto finanziato dall’Agenzia Nazionale Giovani
A partire da queste considerazioni e grazie a un contributo economico dell’Agenzia Nazionale per i Giovani (programma comunitario European Solidarity Corps), dall’estate 2020 ha preso avvio un progetto, durato un anno, di riattivazione culturale dell’ex-cimitero, che sotto il patrocinio del Comune di Montebelluna ha visto l’Associazione CombinAzioni impegnata in due azioni principali: da un lato, la presa in carico dell’area del vecchio cimitero attraverso attività periodiche di ripulitura svolte in collaborazione con il Gruppo Alpini di Montebelluna e l’organizzazione di visite guidate nella zona; dall’altro, il coinvolgimento della comunità locale attraverso attività temporanee (come laboratori teatrali e osservazioni notturne del cielo), eventi (come concerti e spettacoli) e percorsi di riflessione (come progetti di comunicazione visiva con il Liceo Angela Veronese) finalizzati a sperimentare nuovi riusi dell’area e ripensarne la vocazione.
Il vecchio cimitero, luogo dedicato alla memoria dei defunti, sembra pian piano svanire la propria memoria, parte della storia di quel territorio. Proprio da questo valore, l’associazione CombinAzioni costruisce questo progetto. E proprio sulle note di queste iniziative, questo luogo sta ricostruendo la propria sacralità in qualità di luogo per la comunità.
Rassegna stampa
- Il Gazzettino. https://www.ilgazzettino.it/pay/treviso_pay/montebelluna_il_progetto_culturale_un_cimitero_da_vivere_avviato_nell_estate-6087602.html
- L'Osservatore Romano. https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-08/quo-179/se-il-cimitero-torna-a-vivere.html